Abbiamo chiuso lo scorso articolo parlando dell’attesa dei frutti del lascito letterario di Elias Canetti, custodito dagli eredi, e proseguiamo con un altro auspicio. Nel 2021 la casa editrice Giometti & Antonello ha pubblicato una piccola raccolta di scritti, nove in tutto, di Adolf Loos dandole il titolo di Nudità. In conclusione della nota di apertura degli editori si legge:

Quella che qui proponiamo è dunque una serie di piccoli assaggi che a nostro parere valgono a lasciare intuire le fisionomia di un gigante, sapida integrazione per chi lo ha già letto e stimolo discreto per chi non lo conosce. Ma, dal nostro punto di vista è anche un primo seme di un lavoro a venire, in cui prevediamo di mettere in cantiere l’opera completa di Loos.

La casa editrice di Macerata, mai banale nelle sue scelte editoriali, è nata operando secondo il mandato del suo editore culto Kurt Wolff ovvero pubblicare ciò che si ritiene il pubblico debba leggere anziché ciò che vuol leggere. Ci auguriamo che in questo caso proceda con la consapevolezza che l’opera di Loos possa tenere insieme ambedue gli intenti: istruire e compiacere. Loos è infatti un protagonista singolare del mondo mitteleuropeo che dall’Austria felix si ritrovò, mutilato, a cadere nel precipizio dell’Anschluss. Architetto, scrittore, polemista, sodale di Karl Krauss è tra le figure centrali di quell’irripetibile mondo culturale che è Vienna a cavallo dei secoli XIX e XX. Non chiuso entro limiti angusti, forse primo tra gli europei scoprì che in America stava crescendo qualcosa di nuovo e dirompente. La scoprì viaggiando e improvvisandosi nei lavori più diversi per mantenersi negli anni in cui si preparava la grande esposizione universale del 1893, quella di Chicago. Conobbe lì l’opera di Louis Sullivan e ancora rimane da sciogliere del tutto l’ambiguo e duraturo apprezzamento per un architetto che fu innovatore e grande decoratore da parte di chi l’ornamento lo riteneva un delitto. Forse il primo degli europei, si diceva, perché poi a frotte col suicidio civile e culturale del nazismo accorsero negli Stati Uniti i suoi colleghi, tra i quali dalla sua Vienna Rudolf Schindler e Richard Neutra che approdarono alla “corte” di Frank Lloyd Wright, allievo di Sullivan.

La raccolta edita dalla Giometti & Antonello prende il titolo dallo scritto di apertura del 1923 Nudità, appunto, che forse, conoscendo la biografia di Loos, fu malaugurante per la sua fedina penale.

Da uomo che ha vissuto al volgere fra il XIX e il XX secolo, mi sento obbligato a chiedermi: come è accaduto, com’è stato che la nudità ci fa un effetto diverso rispetto ai tempi passati? Com’è accaduto che noi tolleriamo la nudità? L’uomo sano tollera la nudità. l’uomo perverso non la tollera. L’uomo sano percepisce ogni abbigliamento come oggetto erotico.

Comincia così Loos. Ricordiamoci che siamo nella Vienna di Freud ed in quella di cui Zweig racconta pruriginose usanze di iniziazione sessuale borghese. A suo agio come in molti altri articoli a trattare di arte ma anche di costume (qui quasi letterariamente) Loos conclude questo scritto parlandoci della venuta a Vienna della celebre danzatrice statunitense Isadora Duncan (forse è la sua la figura in copertina del volume), che faceva rivivere la danza antica negli stessi abiti del tempo, lasciandosi andare ad un commento che oggi avrebbe scatenato furiose polemiche:

La Duncan aveva fortuna. Sembrava la figlia di un professore di Halle e aveva un corpo che anche con tutta la buona volontà non avrebbe potuto suscitare alcun pensiero peccaminoso.

Solo pochi anni dopo, nel 1928, Loos sarà coinvolto in uno scandalo di pedofilia per aver costretto nel suo studio delle bambine come modelle in pose indecenti uscendone scagionato solo parzialmente. Lo stesso anno, il 1928, del progetto per la casa parigina della ballerina Josephine Baker, sulla cui avvenenza Loos non nutriva dubbi. Una bellezza che colpì i due rigidi puristi della forma Loos, appunto, e Le Corbusier. 

Adolf Loos morì nel 1933, anno dell’ascesa di Hitler. Non vide la nuova scossa dopo la caduta dell’Impero che trasformò l’Austria nell’ininfluente paese ridotto ad essere poco più della provincia della sua capitale [sarà il destino prossimo dell’intera Europa?].

E se la Giometti & Antonello riuscisse a concludere il suo cantiere entro il centenario? Ce lo auguriamo e li sosteniamo idealmente.

Una replica a “Adolf Loss, Nudità. L’avvio di un bel cantiere.”

  1. […] lettore voyeur, osservando ad esempio un decoroso silenzio sull’Adolf Loos autore di Nudità (sempre pubblicato da Giometti & Antonello) con i suoi scandalosi scheletri nell’armadio che lo avvicinano al ricercato architetto della […]

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