Un commento al libro – perché questa non è una recensione –  meriterebbe molte e molte righe a dispetto della sua brevità. Ma che vuol dire commentare questo libro o un libro in genere? Raccontarlo? Spiegarne il senso? Sintetizzarlo?

Si può partire dicendo che leggere con calma, superata la difficolta della sua strana impaginazione, La via delle api di Haim Ben-Abraham (Giuntina) aiuta a mettere a fuoco questa prima domanda per essere accompagnati verso un rapporto col testo coinvolgente e aperto alla sorpresa continua. E’ un libro meraviglioso per chi ama camminare attraverso le parole, che si appartenga alla tradizione ebraica o meno. E’ chiaro che il percorso del libro muove attorno un testo non raffrontabile ad altri, la Torà, ma arrivando alla conclusione del cammino si può ricavare quanto meno la piccola consapevolezza che nel rapporto con la realtà ci possono essere diverse modalità di lettura e interpretazione del mondo (c’è mondo fuori dalle parole?).

L’autore nelle prime pagine sottolinea come dal canone filosofico occidentale la tradizione ebraica sia sempre stata espunta. Assaporando la sapienza del percorso attraverso cui siamo condotti pagina dopo pagina c’è da dolersene perché il pensiero ebraico manifesta probabilmente oggi con maggior urgenza la necessità di una forma di riflessione pratica e non relegata nell’altrove metafisico (un’ortoprassi contro un’ortodossia) che sa confrontarsi con la complessità riuscendo quindi a sopravvivere alla cadute di articolati e totalizzanti sistemi di pensiero e ideologie, carne da macello della contemporaneità. Una sapienza che contiene dentro la differenza, il contrasto: un superamento nel dialogo non comporta la cancellazione dei passaggi precedenti, un convergere di pensieri, commenti e diverse interpretazioni che fanno da garanzia alla deriva fondamentalista e all’omologazione. Il luogo dove

Hillel e Shammai si mettono di fronte allo stesso testo che è di fronte a noi. Uno dice “è permesso” e uno dice “è proibito”. Ed entrambi hanno ragione.

Dove la differenze non sono tollerate ma necessarie. Si guardi a riguardo anche il libro di Paolo De Benedetti, Ciò che tarda avverrà (Qiqajon), particolarmente il primo capitolo Alef. Il settantunesimo senso.

Solo gli ultimi decenni stanno vedendo sforzi di comprensione e di apertura al portato sapienziale e filosofico del “percorso identitario di Israele”, come lo chiama l’ermeneuta Haim Baharier, rifiutando la parola religione. Sembrano lontani (magari lo fossero davvero!) e risibili i tempi in cui lo studio indefesso e brillante delle Scritture, o meglio della Letture, poteva essere giudicato da filosofi come Martin Heidegger (contro cui l’autore si permette lo sfizio di usare parole velenose) una violenza, lacerazione, nuova crocifissione e falsificazione della Bibbia. Un approccio narrativo, umano e perfettibile che difatti, come detto, tiene lontano il dogma e la deriva totalitaria che schiaccia la differenza perché, d’altra parte, ad interpretare con altri canoni la storia della torre di Babele è così pacifico che la differenziazione delle lingue fosse una semplice disgrazia?

La via delle Api, ce lo dice con semplicità la quarta di copertina (perché noi non lo abbiamo ancora spiegato presi dalla fretta di scriverne per invitare alla lettura), è immagine del sapiente e fruttuoso cammino tra le parole che porta a raccogliere miele ma anche a fecondare i fiori del giardino. E’ modalità diversa di approccio al testo di quella dei ragni, ci dice l’autore, che lo strangolano “nelle loro secrezioni avvolgenti e appiccicose”, e, aggiungiamo noi, diversa anche da quella della mosca che, insensatamente, ronza attorno ciò che tutti sappiamo (come chi scrolla maniacalmente il telefonino connesso al mondo) senza che si capisca il motivo perché non impieghi meglio il suo tempo.

2 risposte a “Haim Ben-Abraham, La via delle api. Un invito a chi ama camminare tra e oltre le parole alla ricerca di un senso.”

  1. […] se qualcuno ha la pazienza di andarsi a leggere il libro di cui si trattava nell’ultima nota (La via delle api) troverà un bel capitolo dedicato all’immagine di un grande palazzo regale costruito da […]

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  2. […] al libro di Haim Ben-Abraham, Cercando l’aria, Giuntina 2025, abbia letto il suo precedente La via delle api. I due libri costituiscono un dittico. Saremmo tentati di dirli complementari. Lo facciamo dopo […]

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Scrivi una risposta a Haim Ben-Abraham, Cercando l’aria. Il dialogo del midrash con il nostro tempo. – Byron Cancella risposta

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